A cura dI Silvia Pepe (Psicoterapeuta e Didatta IPR)
In un vero e proprio viaggio nella connessione profonda tra i partner della coppia, gli autori ci guidano con competenza e sensibilità in questo loro ultimo libro, che si inscrive nel panorama della terapia sistemica, illustrando il loro modello di terapia che contempla l’integrazione dei piani cognitivi, emotivi e corporei.
Noi psicoterapeuti sappiamo della potenza del linguaggio analogico, dell’importanza del cambiare livello, scendere dalla “testa” al “cuore”, per far emergere ciò che è nascosto, ciò che non è detto e a volte neanche saputo, per andare appunto “al di là delle parole”, come suggerisce il titolo del libro. Andare, dunque, oltre il linguaggio verbale e razionale, poiché con il linguaggio verbale si può anche mentire e mistificare mentre con le emozioni è più improbabile che ciò avvenga. Gli autori in modo esemplare forniscono interessanti spunti per portare il corpo e le emozioni in stanza di terapia, comunicando con il linguaggio del movimento, delle sensazioni del corpo, del ritmo del respiro, del tempo e anche del silenzio per dare la possibilità di assistere alla nascita di nuove interazioni.
Essi ci guidano nel loro modello di terapia di coppia basato sulla Connessione Interpersonale, definendone con chiarezza i passaggi, dalla prima seduta di consultazione alla conclusione della terapia. Descrivendo e ponendo particolare attenzione anche al tipo di domande che il terapeuta può porre, contribuendo ad attivare le risorse che portano poi al cambiamento, al tipo di rituali e alle attività da proporre nelle diverse fasi del percorso, riportando anche alcuni disegni di materiali prodotti all’interno dei percorsi terapeutici da loro condotti.
Nel libro, in particolare, sono presentate delle “tecniche esperienziali”. Alcune sono state create ad hoc, in modo molto originale, per coinvolgere diversi livelli (cognitivo, emotivo e corporeo). Altre tecniche già note e sviluppate in precedenza da altri autori sono state revisionate con sapienza e creatività, al fine di raggiungere una connessione profonda tra i partner della coppia. Il fine è far vivere e sentire ai partner le emozioni, portarli ad avvicinarsi e a vedersi, conducendoli ad un’esperienza unica in stanza di terapia, che apre nuove vie di accesso alla sintonizzazione.
Gli autori, attraverso gli esempi clinici, illustrano alcuni percorsi terapeutici in cui l’assunzione di responsabilità e la capacità di riconoscere e individuare ciò che produce malessere all’interno della relazione sono condizioni necessarie ed essenziali per intraprendere un lavoro di coppia e andare alla scoperta del dolore delle ferite reciproche, individuarne le origini, superare il rancore per riconnettersi e sintonizzarsi con l’altro, andando oltre le dissintonie e i possibili equivoci relazionali, attraverso l’accesso al perdono e al riconoscimento reciproco, per acquisire una maggiore consapevolezza delle emozioni e dei sentimenti, e una maggiore cura del rapporto.
Un libro che si avvale di innumerevoli fonti di arricchimento, frutto di un approfondito lavoro degli autori che hanno trovato ispirazione da studi e discipline diverse, tra cui l’etologia, le neuroscienze, le teorie dell’attaccamento, la psicopatologia e la psico-traumatologia, la mindfulness e l’utilizzo dello yoga come risorsa d’integrazione.
Un libro consigliato soprattutto per chi lavora con le coppie in difficoltà, agli psicoterapeuti dunque, poiché vi sono utili spunti espressamente dedicati a loro, anche con degli “esercizi” da sperimentare in prima persona.
Sono inoltre evidenziati gli aspetti a cui prestare attenzione e/o sviluppare, uno su tutti, che mi colpisce particolarmente, è quello di accettare di lasciarsi cambiare da un incontro, dunque su come “essere con” la coppia.
Sono spunti utili anche per il lettore che vuole scendere in profondità nelle relazioni interpersonali, per osservare e conoscere meglio le connessioni e l’influenzamento reciproco tra emozioni e corpo, poiché come dicono gli autori in un passaggio del loro libro, “tutti noi abbiamo bisogno di sentirci uniti, connessi e capiti. Questa base che condividiamo è ciò che chiamiamo Connessione Interpersonale”.
Buona lettura, anzi buon viaggio…buone scoperte!